10 Ottobre 2022

In merito all’articolo pubblicato sul Fatto Quotidiano il 9 ottobre 2022 (“Biglietteria Colosseo, gara attesa dal 2005, ma Consip richiede 1 mln di ticket venduti”, a firma di Leonardo Bison), al fine di una informazione puntuale e veritiera, Consip tiene a precisare quanto segue.

Preliminarmente, giova ricordare che le iniziative di gara che riguardano gli istituti museali statali derivano da una collaborazione avviata nel 2015 tra Ministero della Cultura e Consip con l’obiettivo di assicurare meccanismi trasparenti per gli affidamenti dei servizi di assistenza culturale e ospitalità per il pubblico (cd. servizi di valorizzazione) nonché dei servizi strumentali (biglietteria, vigilanza, pulizie) nei luoghi di cultura, ponendo fine all’ultradecennale regime di proroghe delle concessioni, più volte oggetto di attenzione da parte delle istituzioni preposte, garantendo una efficiente fruizione e valorizzazione del patrimonio culturale. Ad oggi sono stati stipulati 21 contratti tra servizi museali di valorizzazione culturale e ristorazione, ai quali si aggiungono 5 in fase di aggiudicazione.

In questo ambito di attività, la gara per i “Servizi di biglietteria per il Parco Archeologico del Colosseo”, visti anche i citati esiti delle precedenti due gare, ha una particolare rilevanza tanto che Anac, Ministero della Cultura e Consip hanno stipulato nel gennaio 2022 un apposito protocollo di vigilanza collaborativa, chiesto dallo stesso Ministero.

Venendo al merito delle presunte criticità evidenziate nell’articolo relativamente al “CCNL Multiservizi” è opportuno evidenziare che tale contratto non è mai definito come “di riferimento” nella documentazione di gara. Si aggiunga poi che la semplice indicazione di un determinato contratto non costituisce nessun obbligo per l’appaltatore che rimane libero di applicare un diverso contratto, purché coerente con l’oggetto dell’appalto. Pertanto l’aver indicato il CCNL Multiservizi non è lesivo di alcuna forma di partecipazione, tanto più che si è nell’ambito di un appalto di mera biglietteria e non di un servizio di valorizzazione culturale (il servizio in oggetto è infatti definito “strumentale” dal Codice dei Beni Culturali, al pari proprio del servizio di pulizie).

Ad ogni buon conto tale tipologia contrattuale, che risulta la più diffusa tra gli operatori del mercato di riferimento in ambito di servizi museali (come tra l’altro riportato nell’articolo) oltre che essere quella attualmente applicata dal concessionario uscente, viene indicata in documentazione di gara nel rispetto della clausola sociale così come previsto dalle Linee Guida Anac e dalla normativa vigente. Si rappresenta inoltre che tale previsione è stata inserita in tutte le gare per i servizi di valorizzazione culturale di cui all’art. 117 del Codice dei Beni Culturali già pubblicate da Consip senza essere mai stata contestata.

Con riferimento, invece, al requisito del “numero dei biglietti” (cfr. 1 milione), questo deriva da una approfondita analisi del mercato di riferimento oltre che dal confronto con la Direzione del Parco del Colosseo – che a buon titolo conosce dati e fenomeni legati al Parco - ricercando obiettivi di partecipazione e qualità degli operatori economici che possano garantire un’adeguata gestione della biglietteria del sito culturale più visitato d’Italia.

Si tenga inoltre conto che, al fine di superare eventuali problematiche di numero di biglietti emessi connesse ai bassi flussi turistici negli anni della pandemia Covid, la documentazione prevede che il requisito sia soddisfatto sulla base della media degli ultimi 5 anni anziché 3 proprio in coerenza con gli ultimi due anni di pandemia. Tale requisito può essere soddisfatto anche tramite più contratti con committenti diversi, impostazione che rende possibile la partecipazione in raggruppamento temporaneo di imprese, agevolando così la partecipazione anche per gli operatori che in forma individuale non possiedono il requisito.

Come sempre ben disponibili a verificare ex ante notizie e fatti.